domenica 24 giugno 2012

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI


" Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura, lascio che la mia voce siano i fiori."


Questa frase è tratta da un libro che ho letto qualche tempo fa tutto di un fiato ed a cui ho pensato immediatamente quando ho visto questo disegno della sfida del mese di Valentina e Cinzia  a cui invio questa ricetta


"Il linguaggio segreto dei fiori" di Vanessa Diffenbaugh

un bellissimo libro intriso di tristezza e di vita, che parla della sofferenza di una bambina abbandonata in culla che ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra.
Un libro che parla anche di coraggio e di speranza e che ci mostra la forza immensa dell'amore più vero, quello imperfetto e senza radici, che dà senza pretendere nulla in cambio.

Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. 
Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. 
C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto. 

I fiori sono il suo rifugio, la sua casa, la sua voce, attraverso il loro linguaggio Victoria comunica le sue emozioni più profonde. Ed è proprio grazie a questo magico dono che Victoria prende in mano la sua vita, trovando lavoro come fioraia: suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima.
Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta e l'unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei.

Ma non vi voglio raccontare tutto, perchè se ancora non lo avete letto, vi consiglio di correre in libreria!

Particolare l’idea di stampare il libro con quattro diversi tipi di copertine in modo che il lettore possa scegliere quella che più gli aggrada, ognuna rappresenta un fiore diverso con un suo significato: la rosa, la camomilla, la gerbera ed la bouganville.

Un'altra bellissima sorpresa è stata quella di trovare alla fine del libro un piccolo dizionario del significato dei fiori, di cui vi lascio il link.

 «Parlo del linguaggio dei fiori», cominciò a spiegare Elizabeth. 
«Viene dall’epoca vittoriana, come il tuo nome. Secoli fa le persone comunicavano attraverso i fiori.Se un uomo regalava un mazzo di fiori a una giovane donna, lei correva a casa per cercare di decifrarne il messaggio segreto.


Poi ho dovuto scegliere un fiore con cui realizzare la ricetta, ma non ho avuto esitazioni




Nel  mio giardino il gelsomino è in piena fioritura ed il profumo è inebriante. 

Si tratta di Trachelospermum jasminoides, un arbusto rampicante sempreverde con grandi foglie verde scuro e fiori bianchi a cinque petali molto profumati, il più diffuso insieme alla specie Jasminum officinale che ha invece foglie caduche lanceolate acuminate solo in punta.





Il gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato nell'Europa dai navigatori spagnoli.
La leggenda racconta che in Italia il primo ad averne qualche esemplare fu Cosimo I de' Medici, detto il "Gran diavolo": si invaghì tanto di questo fiorellino, che volendo esserne l'unico possessore, proibì severamente ai suoi giardinieri di regalarne anche una sola pianta e di riprodurlo in molti esemplari. L'ordine granducale fu scrupolosamente rispettato per molti anni, finchè un giovane giardiniere, volendo presentare un gentil dono alla propria fidanzata nel giorno del suo onomastico, pensò di offrirle un ramoscello di gelsomino. La giovane gradì a tal punto che, dolente che un così bello e raro fiore dovesse avvizzire così presto, lo mise in terra per conservarlo fresco più lungamente ed ottenne più di quanto sperasse. Il gelsomino restò verde per tutto l'anno e nella seguente primavera gettò nuovi germogli e nuovi fiori e divenne il padre, se non di tutti, almeno di buona parte dei gelsomini che possediamo.
Il ricavo della vendita di queste pianticelle fu tanto cospicuo, che i poveri amanti divennero ben presto sposi doviziosi e felici. Da quel tempo le giovinette toscane usarono portare nel dì delle nozze un mazzetto di gelsomini, in memoria di tale avvenimento. 
In Toscana ancora oggi si dice che " ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito".


Nel linguaggio dei fiori secondo la specie ed il colore della fioritura, il gelsomino esprime un diverso stato d'animo o desiderio. Il bianco è segno di amabilità mentre il giallo di felicità. Nel caso di timidezza, si può portare in dono alla propria amata un gelsomino notturno che è l'emblema della timidezza e significa unione. Quando l'amore sarà conquistato si passa al gelsomino rosso delle Indie che comunica il desiderio di accarezzarsi. Infine, dopo la prima notte d'amore, si regalerà il gelsomino giallo, simbolo della felicità matrimoniale.


Per la ricetta ho scelto qualcosa di estremamente delicato, come lo è questo fiore


GELATINA AL GELSOMINO


Ho usato come base una gelatina di mele, addensata con l'agar agar, che lasci vedere in trasparenza le corolle del fiore, appena velata di arancio dall'aggiunta di succo d'arancia rossa, per evitare l'inevitabile colore marroncino che prendono i fiori poco tempo dopo la raccolta.


Ingredienti

1,5 kg di mele
500 ml di acqua
400 gr di zucchero
2 cucchiaini da caffè di agar agar in polvere (6-8 gr)
succo d'arancia rossa
50 gr di petali di gelsomino appena colti 
(mi raccomando, è un lavoro da certosino, ma rigorosamente solo i petali ed i boccioli  - senza i sepali - puliti da eventuali piccoli insetti)



Sbucciate le mele, tagliatele a pezzi e mettetele in una pentola, aggiungere l'acqua, portatatele ad ebollizione e fatele cuocere con il coperchio finchè sono molto morbide e lasciatele riposare fino al giorno dopo.

Versate la frutta in un telo da cucina pulito e lasciate sgocciolare il succo, meglio sarebbe usare una mussola o un filtro di garza per evitare di strizzare perchè il liquido deve essere limpido. Se volete evitare questo passaggio potete usare il succo di mela già pronto. 

Misurate la quantità ottenuta ed aggiungete il succo d'arancia fino ad arrivare a 800 ml, valutando eventualmente di sostituirlo con un poco di acqua per non colorare troppo la gelatina.

A parte stemperate  l'agar agar con poco liquido freddo, la quantità dipende dalla consistenza che desiderate, poi aggiungete lo zucchero al restante e portate ad ebollizione.

Versate il liquido con l'addensante e bollite per almeno 5 minuti a fuoco vivace, mescolando frequentemente.

Dopo aver valutato la consistenza della gelatina, spegnete il fuoco, aggiungete i petali e versatela ancora bollente nei vasetti sterilizzati, chiudete ermeticamente e lasciate capovolti per 5 minuti.



Durante il raffreddamento ed il conseguente addensamento della gelatina, girate di tanto in tanto i vasetti per favorire la distribuzione omogenea dei petali all'interno del vasetto perchè tendono a venire a galla.


                                                                                                                                                                           

6 commenti:

  1. La gelatina di gelsomino deve essere squisita, anche io sto usando l'agar agar, ma ancora non riesco a dosarlo bene!!

    ciao loredana

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    1. Cara Loredana, il bello dell'agar agar è che, se per caso una volta freddo di accorgi di aver sbagliato la dose, rimetti tutto sul fuoco e correggi l'errore, aggiungendo liquido oppure addensante. Se vuoi una consistenza più cremosa invece, puoi diminuire l'agar agar (3-4 gr) ed aggiungere un po' di amido di mais oppure metti la gelatina nel mixer e la frulli, cosa che in questo caso non potevo fare perchè volevo lasciare intatti i fiori. Ricordati anche che se il liquido da addensare è leggermente acido (frutta acida per esempio), necessita di una quantità maggiore.
      Spero di esserti stata utile!

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  2. un post veramente da incorniciare, cara Valentina, e di cui io ti ringrazio davvero. Mi è piaciuto leggere la tua recensione del libro, mi invogli, per quanto in realtà ho uno scaffalino zeppo di libri ancora da leggere.. :(
    e che posso dire della ricetta, se non che davvero è poetica, quella foto con i fiorellini in sospensione è bellissima!
    Grazie, Grazie! Ti aspettiamo anche per le prossime ;)

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    1. Cara Cinzia, sono io che ringrazio voi! il vostro contest è stato una bellissima fonte di ispirazione che mi ha tenuto occupati mente e corpo in una domenica estiva con il cielo terso in cui la voglia di mare era tanta mentre ero costretta a letto. Per quanto riguarda il libro: compralo! è uno di quei libri per cui non vedi l'ora di infilarti sotto le coperte la sera sapendo che ti aspetta sul comodino - aggiungo - con grande gioia del marito! :D

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  3. Tutto è delicato in questo post, dalla storia che racconti al fiori che hai scelto di utilizzare per arrivare alla ricetta vera e propia.
    Grazie per questa tua interpretazione! Vale

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  4. Che' bella questa gelatina di gelsomino. Edesso ho ancora una bella cosa da realizzare, il profumo di gelsomino e' incantevole.
    Mi piace il tuo blog, complimenti.

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